Sette e manipolazione psicologica – parte 1

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Questo è il primo di una serie di articoli che parleranno del “controllo mentale” (manipolazione psicologica) e come questo viene usata in generale dalle “sette”. L’ultimo articolo metterà in evidenza i rischi di tali manipolazioni in un esempio estremo, il più grande suicidio di massa della storia ad opera della setta di Jonestown.

Questo articolo introduttivo chiarisce cosa si intende per “controllo mentale”, “lavaggio del cervello”, “sette”, che spesso, nell’opinione comune, hanno assunto significati mistici o fantascientifici.

Riconoscere che una persona, o un’organizzazione, sta usando queste tecniche su di noi potrebbe essere il primo passo per acquisire consapevolezza e liberarsi di un’indebita influenza nella nostra vita.

Le informazioni possono essere applicate a qualsiasi tipo di rapporto che metta in pratica determinate “tecniche”, ma se sei un Testimone di Geova che sta leggendo questo articolo, cerca di analizzare obiettivamente se il gruppo di cui fai parte adotta qualcuna o diverse di queste tecniche.

Il controllo mentale nelle sette

Secondo Steven Alan Hassan, consulente di salute mentale ed ex membro della setta statunitense della chiesa dell’unificazione dei Moon, il controllo mentale non è un processo ambiguo, mistico , bensì è un concetto riferibile a una specifica serie di metodi e tecniche come l’ipnosi o il blocco del pensiero, che influenzano il modo in cui una persona pensa, sente ed agisce. Si tratta di un processo che in sé non è buono né cattivo: a determinare la sua qualità in un senso o nell’altro è l’utilizzo che se ne fa e le finalità che si prefigge. Può diventare distruttivo, ad esempio, quando viene utilizzato per minare la capacità di pensare e di agire autonomamente.

I processi del controllo mentale legati ai fenomeni religiosi o a qualsiasi tipo di gruppo, filosofico o politico, che si possano definire “sette” si legano a queste finalità “distruttive” e racchiudono in loro gli episodi che sono divenuti più noti, sia tra gli accademici sia tra l’opinione pubblica. Hassan, a questo riguardo, scrive:

“Il controllo mentale, come viene utilizzato dalla maggior parte dei culti distruttivi, non cerca di fare altro che intralciare l’identità vera dell’individuo –comportamento, pensieri, emozioni- e ricostruirla ad immagine del leader. Lo si fa controllando rigidamente la vita fisica, intellettuale, emotiva e spirituale del membro. Unicità e creatività della persona vengono soppresse. Il controllo mentale settario è un processo sociale che incoraggia obbedienza, dipendenza e conformità. Scoraggia autonomia e individualità immergendo i principianti in un ambiente che reprime la libera scelta. I dogmi del gruppo diventano l’unica preoccupazione della persona. Qualunque cosa o chiunque non rientri in questa realtà rimodellata diventa irrilevante.” – Steve Hassan, Mentalmente liberi – come uscire da una setta, Avverbi edizione, Roma, 1999

Cosa sono le sette?

Il termine setta “tende a comunicare un’immagine di organizzazione statica” Ma come tutti i raggruppamenti umani, anche chi vive l’esperienza settaria interagisce in modi speciali e questi modi cambiano nel corso del tempo. È nei loro meccanismi interni che le sette tendono ad essere insolite, tanto che non è così facile riconoscerne la natura.

A volte non si considera il modo in cui una setta opera perché viene erroneamente considerata come gruppi di pazzi o si pensa che le sette siano uguali ai gruppi normali che solitamente si frequentano. Una relazione settaria invece è un tipo di relazione in cui una persona induce intenzionalmente un’altra a divenire totalmente o quasi totalmente dipendente da sé per quanto riguarda la maggioranza delle decisioni più importanti della vita, e fa sì che i seguaci si convincono di possedere qualche talento, dono o conoscenza speciale.

Struttura e caratteristiche delle sette

Ciò che un ricercatore etichetta come “setta” può non essere riconosciuto come tale da un altro e questo perché, per esempio, alcuni ricercatori considerano solamente i gruppi a fondamento religioso come tali, scartando le miriadi di sette che si formano attorno a una grande varietà di dottrine, teorie e pratiche.

La scomposizione della setta avviene in tre fattori cardine: leader, struttura e riforma del pensiero. Queste peculiarità permettono di stimare la natura di un particolare gruppo o situazione, indipendentemente dalla sua credenza.

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Scomposizione della setta

Origini del gruppo e ruolo del leader.

Il leader, ovvero persona di riferimento o al comando di un movimento o di un gruppo, nella maggioranza dei casi sta al vertice della struttura settaria, della quale generalmente è il fondatore, e come tale impartisce decisioni e comandi. Generalmente i leaders hanno queste caratteristiche:

  • Sono autoproclamati, persuasivi e affermano di avere una missione speciale o particolari conoscenze. Ad esempio alcuni di loro affermano di aver riscoperto modi speciali ed antichi per raggiungere l’illuminazione o curare determinate malattie, altri annunciano invece di avere sviluppato progetti scientifici, umanistici o sociali che condurranno i seguaci verso “nuovi orizzonti” di consapevolezza, successo o potere personale o politico.
  • Il carisma è una loro dote fondamentale: necessitano infatti di slancio personale e fascino per attrarre, controllare e gestire il loro “gregge”. Persuadono i devoti a lasciare tutto ciò che gli appartiene come la famiglia, lavoro, carriera e amici per seguirli e alla fine, solitamente, prendono il controllo di proprietà, denaro e vita dei seguaci.
  • Accentrano su di loro la devozione. Mentre preti, ministri, leader democratici e leader di movimenti mantengono la venerazione dei seguaci di Dio, basandosi su principi astratti o sugli interessi del gruppo, i leader di sette invece dirigono su di loro attenzione, amore, devozione e fedeltà. Così facendo riescono, ad esempio, a convincere gli adepti a separarsi dai rispettivi coniugi o dai propri figli come prova di devozione verso i loro confronti.

Struttura: il rapporto tra il leader e i suoi seguaci.

Per mostrare simbolicamente tale struttura è possibile utilizzare l’immagine di una “T” rovesciata dove al vertice, ovviamente, risiede il leader.

  • Le sette hanno una struttura di tipo autoritario.

Il leader viene considerato l’autorità per eccellenza, sebbene possa delegare altri di alcuni poteri allo scopo di verificarne l’accondiscendenza alle sue regole e ai suoi desideri. Ogni decisione tuttavia parte da lui e non esiste altra autorità né sistemi maggiori di giustizia al di fuori del leader: egli ha la gestione finale di tutte le questioni e nessuno può metterne in discussione l’operato.

  • Le sette tendono a essere innovative ed esclusive.

I leader affermano di offrire qualcosa di nuovo, lontano dagli schemi classici offerti dalla tradizione, che possa essere utile per istituire un sistema praticabile di cambiamento che risolverà i problemi della vita o il disagio del mondo.

  • Le sette tendono ad avere un doppio standard etico/morale (logica ingroup-outgroup).

I membri della setta vengono incitati ad essere onesti e amichevoli all’interno del gruppo (ingroup) e a rivelare tutto, anche il più oscuro segreto al leader, mentre vengono incoraggiati a imbrogliare e manipolare i non membri (outgroup).

Nel complesso la filosofia più importante che condiziona l’intera “organizzazione” è che il fine giustifica i mezzi, punto di vista che permette alla setta di istituire un suo particolare tipo di eticità, al di fuori dei normali obblighi sociali.

 

 

Fonte del materiale: http://www.igorvitale.org/2014/11/20/il-controllo-mentale-nelle-sette/