Nel 1957, l’acclamato scrittore per bambini Dr. Seuss scrisse un amato classico, la storia di un mostro verde scontroso le cui scarpe e cuore erano troppo piccoli o troppo stretti per tollerare la malvagia festa conosciuta come Natale. Oh, il consumismo, il canto, le calze, i regali … erano troppo e doveva fermare tutto questo.
Era Il Grinch e porre fine al Natale era la sua missione.
Nella storia, il Grinch progetta di fingersi Babbo Natale, veste il suo cane come una renna, quindi parte con la sua slitta in missione per riprendersi tutti i regali che Babbo Natale aveva così faticosamente distribuito. E così, il Natale era finito! O no?
Mentre trasportava tutti i doni sulla cima di una montagna vicina, il Grinch sentì qualcosa che non si aspettava: cantare! Sentì il suono della gioia e della felicità, nonostante avesse rubato tutto: le calze, le biciclette, i popcorn, i tamburi e persino l’albero di Natale!
Narratore: E il Grinch con i piedi piantati nel ghiaccio, con una smorfia fu soltanto capace di chiedersi “Ora che faccio?”
Grinch: Com’è possibile un Natale senza regali? Questi sono tutti fuori! Non hanno nemmeno l’albero! Neanche un torroncino, neanche una caramella, neanche un nastrino!
Narratore: Il perfido Grinch sembrava confuso, anche il cervello gli si era fuso. Ma come ad un tratto riprese a pensare. Qualcosa nella mente gli cominciò a balenare. Forse il Natale non si compra ai grandi magazzini. “Vuoi vedere” pensò “che il Natale è qualcosa di più?”
Alla fine, il Grinch ebbe un risveglio, una rivelazione che gli allargò il cuore e gli permise di vedere che la festa che tanto odiava non era poi così male e alla fine capì cosa significasse per la comunità. Restituì tutti i regali rubati, si riunì alla sua comunità e tagliò perfino il tacchino per i suoi nuovi amici.
Talvolta si dice che la vita imiti l’arte e per milioni di Testimoni di Geova passati e presenti, c’è stato un Grinch dei giorni nostri che ha rubato il Natale dalle loro vite. Solo che questa volta il Grinch è rimasto Grinch.
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